Perché il perdono e l’accettazione sono così importanti in terapia?

di Valentina Luciani

L’accettazione e il perdono sono due costrutti molto importanti in terapia, soprattutto nelle terapie cognitivo comportamentali di “terza onda” come l’Acceptance And Commitment Therapy (ACT).

L’accettazione

L’accettazione è un costrutto psicologico che si basa sulla consapevolezza che uno scopo, un obiettivo, una situazione non possono più essere perseguiti creando un conflitto interiore.

Nel corso della nostra vita capita di dover affrontare situazioni che non abbiamo desiderato, a situazioni difficili che ci impongono dei cambiamenti drastici nella vita. Proviamo ad esempio a pensare all’ultimo anno che abbiamo vissuto da quando è arrivato il Covid-19 e quanto abbia cambiato in modo molto potente la nostra vita. Ma in generale, ci si può trovare a dover accettare la fine di una relazione significativa, la perdita del lavoro o la diagnosi di una malattia invalidante. In altri casi, i cambiamenti possono avere un minor impatto, ma causare comunque difficoltà ad adattarci alla nuova situazione.

L’accettazione, però, non riguarda sempre e solo eventi o cambiamenti, può implicare anche le emozioni. Tutte le emozioni hanno motivo di esistere e sono importanti per la nostra vita, ma quelle definite “negative” come la rabbia, l’ansia, la tristezza, il senso di colpa o l’invidia sono spesso respinte e non accettate. Questo dipende dalla nostra cultura, purtroppo, tendente all’inibizione emotiva e alla spasmodica ricerca della “felicità” sempre e comunque che viene suggerito come stile di vita. Non c’è niente di più sbagliato, purtroppo. Ecco perché molti dei nostri pazienti ricercano una terapia spaventati dai propri stati emotivi che definiscono “esagerati” o “non normali”. Gran parte del percorso terapeutico, quindi, è improntato alla conoscenza di queste emozioni, del loro significato e, soprattutto, della loro utilità, imparando a gestirle e ad accettarle nella nostra vita come alleate e non nemiche.

In sintesi, l’accettazione si basa sulla nozione che, di norma, tentando di sbarazzarsi del proprio dolore si arriva solamente ad amplificarlo, intrappolandosi ancora di più in esso e trasformando l’esperienza in qualcosa di ancora più doloroso.

Il perdono

Il perdono, invece, è un costrutto che si riferisce a “un cambiamento prosociale verso un altro individuo che ci ha recato un danno fisico e/o morale e include la riduzione dei sentimenti negativi provati verso l’autore del danno e, in alcuni casi, l’aumento di emozioni e pensieri positivi che potrebbe tradursi in una modifica dei comportamenti nei suoi confronti” (Barcaccia e Mancini,2013).

In psicoterapia, perdonare non significa negare un torto, giustificare, rassegnarsi a subire e non significa nemmeno necessariamente riconciliarsi. Per perdono, invece, si intende la capacità di “lasciar andare” ciò che ci ha ferito nel passato, lasciando che il passato rimanga nel passato. Quando una persona perdona, identifica chiaramente il comportamento dell’altro come moralmente sbagliato, ma accetta l’altro e riconosce il suo valore intrinseco nonostante l’offesa. Inoltre, quando una persona perdona, offre ciò che può alla persona perdonata, ad esempio la propria compassione (non pena!). Con la riconciliazione, invece, entrambi i protagonisti devono fare la propria parte per ripristinare la situazione, in particolare colui che ha sbagliato deve fare dei passi avanti per ristabilire la fiducia. Pertanto, è possibile perdonare anche senza riconciliarsi.

Spesso le persone rimangono intrappolate nei ricordi dolorosi che impediscono di concentrarsi e vivere il presente. Si parla di rancore quando la rabbia è rivolta verso l’altro, a coloro che hanno causato la propria sofferenza. Ma la rabbia può essere rivolta anche a sé stessi: il rimorso per le scelte prese o non prese oppure gli errori fatti o che si pensa di aver commesso. Si possono provare infatti emozioni altamente negative verso di sé (ad es. rabbia, senso di colpa, vergogna) dopo aver percepito di aver ferito qualcun altro o di aver violato i propri standard morali.

Accettazione e perdono in  terapia

Quindi, nel percorso terapeutico risulta molto importante accettare gli eventi accaduti, seppur dolorosi e che hanno condizionato in modo indelebile la propria vita, e accettare le proprie emozioni, senza mai giudicarle o negarsi di viverle.

Nei casi in cui è presente una forte autocritica sarà molto importante allenarsi a sviluppare una voce interiore più sana e compassionevole, che possa imparare a perdonare, a perdonarsi e lasciare andare il passato affinché il presente possa dare il meglio e il futuro possa essere più soddisfacente.

Dott.ssa Valentina Luciani

 

Bibliografia:

Barcaccia B. Mancini F. (2013). Teoria e clinica del perdono. Raffaello Cortina Editore.