La sindrome di Tourette

di Valentina Tomizza

I disturbi da tic e la sindrome di Tourette vengono classificati nel DSM-5 (APA, 2013) come disturbi ad esordio infantile – adolescenziale. Essi compaiono tipicamente tra i 4 ed i 6 anni, e prima dei 18 anni, e sono caratterizzati dalla presenza di tic.

La sindrome di Tourette, il cui nome deriva dal dottor Gilles de la Tourette, neurologo francese, che la descrisse per la prima volta nel 1885, è un disordine neurocomportamentale, caratterizzato dalla combinazione di tic motori (della durata superiore ad un anno) e tic vocali.

I tic sono definiti come movimenti (o suoni) improvvisi, rapidi, non ritmici, stereotipati e ripetuti senza apparente motivo o funzione, che vengono messi in atto per placare una sensazione corporea e sensoriale spiacevole e dolorosa, simile al prurito o una sorta di tensione, che la persona sperimenta solitamente nella zona del corpo in cui si verificherà il tic. Questa sensazione, chiamata in inglese “premonitory urge”, aumenta di intensità fino a quando non viene emesso il tic, per poi sparire e tornare nuovamente a crescere lentamente, fino al successivo bisogno impellente di eseguire il tic.

Essi sono eseguiti consapevolmente, ma non è possibile trattenersi dal farli se non con un grande sforzo di concentrazione e solo per un breve periodo di tempo, a cui spesso segue un fenomeno di rebound, in cui i tic si manifestano in modo più intenso, creando una specie di “scarica” delle energie accumulate.

 I tic motori possono coinvolgere uno o più gruppi muscolari. Essi infatti si dividono in:

  • tic motori semplici, che coinvolgono di solito un gruppo muscolare isolato e si manifestano in una singola posizione anatomica (come sgranare o strizzare gli occhi, alzare le spalle scuotere la testa o muovere le narici);
  • tic motori complessi, che coinvolgono gruppi muscolari multipli e risultano più lenti e protratti nel tempo (ad esempio saltare, accovacciarsi oppure movimenti delle braccia e del busto).

Anche i tic vocali, o fonetici, possono essere classificati in semplici o complessi. Esempi di tic vocali semplici sono schioccare la lingua, eseguire colpi di tosse, tirare su con il naso, schiarirsi la gola, emettere versi gutturali o fischi. I tic complessi comprendono invece la ripetizione di singole parole o di intere frasi.

E’ presente un’elevata comorbidità con il DOC (Disturbo Ossessivo – Compulsivo) e con il DDAI (Disturbo da Deficit d’Attenzione con Iperattività), condizioni che possono precedere o comparire in seguito alla manifestazione del tic nel bambino.

Il trattamento

Di fondamentale importanza risulta il trattamento di questo disturbo, in quanto i tic costituiscono frequentemente un problema importante per i ragazzi (o adulti) e per le loro famiglie, determinando disagi nella vita personale familiare e sociale. I tic, infatti, possono interferire con le attività scolastiche e di svago e/o con alcune funzioni fisiologiche, e possono contribuire ad atti di bullismo o prese in giro da parte dei pari, che possono portare a comportamenti di ritiro sociale e ad una riduzione dell’autostima.

Accanto alla possibile terapia farmacologica, ricerche scientifiche hanno dimostrato l’efficacia di due tipi di terapie cognitivo – comportamentali, che hanno come scopo l’insegnamento della gestione dei tic.

Il prima tecnica è l’”Exposure and response prevantion” (E/RP, Esposizione con prevenzione della risposta) e lavora su tutti i tic contemporaneamente. Essa si propone di allenare la persona alla spiacevole sensazione che precede il tic, cercando di fermare l’emissione di quest’ultimo per il maggior tempo possibile, in modo tale da diventare capace ad abituarsi ad essa.

La seconda, chiamata “Habit Reversal Training” (HRT) si concentra invece di volta in volta su un solo tic. In questo caso, la persona si allena a diventare consapevole di come un tic viene espresso e successivamente impara a fare un movimento incompatibile con il tic (risposta competitiva), ovvero a contrarre un gruppo muscolare che rende impossibile l’emissione del tic.

Di fondamentale importanza nel caso il trattamento venga indirizzato ad un bambino o ad un ragazzo il coinvolgimento della famiglia e della scuola nel trattamento.

 

Bibliografia

Verdallen C., & Van de Griendt J. (2016). I tic nei bambini. Erickson, Trento.

Associazione Tourette Roma Onlus. Pillole di Tourette: conoscere la sindro