Il biologo e sessuologo statunitense Alfred Kinsey (1894-1956) ha ideato un sistema di classificazione degli orientamenti sessuali nell’essere umano, chiamato scala Kinsey. Il tentativo di questa classificazione era quello di introdurre un concetto di sessualità umana che non si basasse sulla dicotomia etero-omo ma che considerasse la gradualità della sessualità nel singolo individuo.
Sessualità come continuum
Ad oggi le persone sono consapevoli che la sessualità si muove su un continuum, eppure, molti quando si trovano di fronte a persone con preferenze non eterosessuali pongono domande davvero sconvolgenti.
Lo psicologo Martin Rochlin ha sviluppato un questionario rivolto ai soggetti eterosessuali, contenente domande spesso rivolte a gay e lesbiche. Lo scopo del questionario è far sperimentare alle persone eterosessuali le emozioni che scaturiscono da queste domande e far capire come possano risultare invadenti e assurde.
Ecco alcune delle domande del questionario:
- Cosa pensi che causi l’eterosessualità?
- Quando hai scoperto di essere eterosessuale?
- Se l’eterosessualità è normale, come mai c’è uno sproporzionato numero di pazienti psichiatrici eterosessuali?
- A chi hai confidato di essere eterosessuale? Come hanno reagito le persone che lo hanno saputo?
- Sembrano esserci davvero poche coppie felici di eterosessuali. Sono state sviluppate delle tecniche che potresti usare per cambiare il tuo orientamento sessuale. Hai mai considerato le tecniche aversive per trattare il tuo orientamento sessuale?
- Se non sei mai andato a letto con una persona del tuo stesso sesso, come fai a sapere che non ti piacerebbe?
- Come mai insisti nel rendere così pubblica e manifesta la tua eterosessualità? Non puoi limitarti a essere quello che sei in tranquillità e silenzio?
Che effetto fa immaginare che qualcuno ti faccia domande di questo tipo?
Se ti capitasse di trovarti in una situazione simile come risponderesti?
Empatizzare
Può essere davvero doloroso sentire che quello che fai o ti piace viene considerato sbagliato o qualcosa da nascondere e di cui vergognarsi. La sessualità non è una scelta che una persona compie nel corso della vita ma è qualcosa che fa profondamente parte di noi e non possiamo modificare perché la società valuta che non si conformi alla norma.
Se ti è capitato di fare o semplicemente pensare ad alcune di queste domande, rivolte ad un amico o un’amica omosessuali, pensa al dolore che causeresti. Pensa se fossi tu al loro posto e dovessi sentirti chiedere in continuazione “Perché non puoi semplicemente baciare il tuo partner in privato, dove nessuno può vedervi?” o “Perché devi ostentare le tue scelte camminando mano nella mano con il compagno o la compagna che hai scelto per la vita”.
Astenersi dal giudizio
Giudicare è un processo che può essere controllato. Se non riesci ad esimerti dal giudicare i comportamenti e le caratteristiche delle altre persone, puoi lavorarci in terapia.
Se invece hai vissuto sulla tua pelle il pregiudizio e lo stigma sociale e fai fatica ad accettarti per quello che sei, puoi chiedere aiuto e lavorare con terapeuti competenti che non ti faranno sentire sbagliato per quello che sei.
Dott.ssa Talia Urso
Bibliografia:
www.kinseyinstitute.org
Morin, S. F., & Kimmel, D. C. (2004). Martin Rochlin (1928-2003). American Psychologist, 59(9), 958.