Come si affronta un’esperienza traumatica in terapia?

di Valentina Luciani

Purtroppo, nella vita di ognuno di noi può capitare di vivere direttamente o di aver assistito ad eventi traumatici o fortemente stressanti.

Esistono traumi che si possono definire “con la T maiuscola” che minacciano la nostra incolumità come calamità naturali, incidenti stradali, aggressioni, abusi, violenze, omicidi o suicidi di persone care, diagnosi infauste, aborti, etc. Possono essere decritti come eventi “spartiacque” che hanno definito un cambiamento nella persona che si percepisce diversa dal prima e dopo evento.

Ma vi sono anche traumi “con la t minuscola”, esperienze precoci che sembrano oggettivamente poco rilevanti, ma che possono avere forti ripercussioni soprattutto se ripetute nel tempo o subite in momenti di particolare vulnerabilità o nell’infanzia. Traumi con la t minuscola possono essere: atti di bullismo vissuti in età adolescenziale, aver assistito a conflitti familiari accesi, subito rimproveri costanti ed eccessivi, abbandoni o minacce di abbandono, aver subito violenza verbale e/o fisica, essere stati umiliati in classe davanti ai compagni, etc.

Per i traumi con la t minuscola, molto frequentemente non si hanno ricordi chiari di episodi specifici ma solo sensazioni o ricordi molto vaghi e nella vita di tutti i giorni si possono manifestare malesseri generali quali: attacchi di panico, ossessioni, fobie, dolori cronici, ansia, depressione, somatizzazioni, senso di insoddisfazione, nervosismo, agitazione interna, facile litigiosità, sensazione costante di non sentirsi mai compresi, sensazione cronica di solitudine e abbandono, esperienze di rifiuto, trascuratezza, etc., attivati da situazioni emotivamente simili a quelle vissute nel passato.

In alcuni casi, nelle persone che hanno subìto o hanno assistito a un evento traumatico, catastrofico o violento, oppure che sono venute a conoscenza di un’esperienza traumatica accaduta a una persona cara può svilupparsi il Disturbo da Stress Post Traumatico (PTSD), una sintomatologia invalidante che emerge dopo il trauma o dopo mesi dall’evento.

Trattamento del trauma

Esistono diverse terapie e tecniche utilizzate per l’elaborazione delle esperienze traumatiche. Tra le più conosciute troviamo:

  • Eye Movement Desensitization and Reprocessing (EMDR): secondo l’approccio EMDR, i ricordi traumatici quando non vengono correttamente immagazzinati in memoria, possono innescare uno schema disfunzionale permanente di emozioni, comportamenti e cognizioni. L’EMDR, quindi, riattivando il/i ricordo/i traumatici, ne permette l’integrazione nelle reti neurali. Risulta particolarmente indicato nella cura delle conseguenze dei traumi (Disturbo Post Traumatico da Stress), anche per quelli di minore entità, nei casi di traumi relazionali (bullismo, violenza subita o assistita) e di dolore cronico e somatizzazioni
  • Terapia sensomotoria: le tecniche sensomotorie permettono di confrontarsi gradualmente, delicatamente, con i ricordi stessi attraverso la componente sensomotoria legata al ricordo, soprattutto quando è presente una forte reazione fisica. Lo scopo è quello di imparare a riconoscere le proprie reazioni corporee, emotive e cognitive in un modo curioso e non giudicante. Attraverso pratiche di consapevolezza o mindfulness si guida la persona a diventare più consapevole del proprio corpo, a imparare a seguire le proprie sensazioni fisiche e ad implementare azioni fisiche che promuovano l’autostima e la competenza oltre che affinare o apprendere come regolare i propri stati emotivi.
  • Schema Therapy: l’obiettivo primario è quello di aiutare la persona a far sì che i propri bisogni emotivi primari frustrati in età evolutiva vengano soddisfatti in modo funzionale attraverso sani rapporti interpersonali. Vengono utilizzate tecniche focalizzate sulle emozioni, tecniche cognitive, tecniche comportamentali, esperenziali e la relazione terapeutica stessa tra paziente e terapeuta. Attraverso il “limited reparenting”, il terapeuta cerca di soddisfare quei bisogni emotivi del paziente che non sono stati soddisfatti durante l’infanzia, rispettando i limiti sani di una relazione terapeutica.
  • Tecniche di imagery o immaginazione guidata: sono particolarmente indicate quando sono presenti immagini intrusive ricorrenti e invalidanti. Lo scopo dell’intervento è quello di diminuire la frequenza e la forza dell’immagine intrusiva, agevolando l’elaborazione emozionale e trasformando in modo costruttivo le emozioni disturbanti. Inoltre, l’intervento mira, oltre a una riduzione del numero di intrusioni delle immagini, a diminuire l’evitamento o i comportamenti di protezione messi in atto.
  • Terapia Metacognitiva Interpersonale (TMI): integra tecniche di immaginazione guidata, tecniche corporee e sensoriali, tecniche drammaturgiche ed esperenziali, tecniche di regolazione dell’attenzione e di mindfulness per aiutare la persona a rielaborare esperienze interpersonali di sofferenza. Secondo la TMI gli eventi di vita traumatici e ripetuti, soprattutto riguardanti la soppressione di bisogni primari, rimangano “impregnati” nel corpo e continuano a manifestarsi nelle relazioni che instauriamo da adulti. Tali tecniche aiutano la persona a rivivere gli eventi in tutte le sue forme sensoriali, cognitive ed emotive cercando di spezzare lo schema che perpetua la sofferenza.

È doveroso affermare che questi sono solo alcuni degli approcci terapeutici esistenti per il trauma.

 

Dott.ssa Valentina Luciani

 

Bibliografia:

Shapiro (2019). EMDR. Il manuale. Principi fondamentali, protocolli e procedure. Cortina Raffaello.

Pat Ogden, K. Minton, C. Pain (2006). Il trauma e il corpo. Manuale di psicoterapia sensomotoria. Istituto di Scienze Cognitive Editore.

Jeffrey Young, Janet S. Klosko, Marjor E. Weishaar (2018). Schema Therapy. La terapia cognitivo-comportamentale integrata per i disturbi della personalità. Erickson Edizioni.

Dimaggio, P. Ottavi, R. Popolo, G. Salvatore (2019). Corpo, immaginazione e cambiamento. Terapia Metacognitiva Interpersonale. Raffaello Cortina Editore.

Hackmann, J. Bennet-Levy, E. A. Holmes (2018). Le tecniche immaginative in terapia cognitiva. Strategie di assessment e di trattamento basate sull’imagery. Erickson Edizioni.